Un mercante destinato a trattare una “merce” speciale: le testimonianze del nostro passato, della nostra e dell’altrui civiltà.
Da un lato non deve venir meno al suo ruolo di mercante, di imprenditore che guida un’azienda e che non può far a meno della logica del profitto, dall’altro non deve tradire la natura di ciò che propone al pubblico. Nelle vesti di commerciante deve valutare i propri oggetti tenendo conto della tendenza di mercato, come operatore culturale quella che è messa in gioco è la sua competenza specifica: l’antiquario deve conoscere le cose del passato, capire quando sono nate, per chi sono state costruite, qual era la loro funzione e se hanno avuto traversie.
Deve sapere quali interventi andranno fatti per conservarli e mettere in atto tutti quegli accorgimenti che gli faranno decidere acquisto e vendita. D’altro canto la sua funzione è quella di far da “intermediario” tra vecchi e nuovi proprietari. Spesso dimenticata dal pubblico, dalle istituzioni e dai commercianti meno scrupolosi, questa responsabilità deve essere sempre avvertita dal mercante che si “occupi” di cose antiche.
Un oggetto del passato merita, e questo la nostra tradizione l’ha insegnato, se non ammirazione, almeno rispetto e cura, proprio perché è la storia stessa che l’ha affidato alle nostre mani.
La prima preoccupazione di buon antiquario, come di un bravo storico, è allora quella di trasmettere questa “notizia” di una lontana o più recente cultura con la maggior fedeltà possibile alla sua “verità”, senza venir condizionato da alcun pregiudizio di gusto o di moda. Una volta ricondotto il nostro “documento” alla massima chiarezza, per evitare di falsarne il messaggio, l’antiquario s’impegna a mantenere inalterata la funzione per cui è stato creato senza trasformarlo in alcunché di diverso a tutto vantaggio di una supposta maggior vendibilità. Ignorare la funzione di un oggetto significherebbe perdere il valore che esso ha avuto nella vita quotidiana dei nostri avi.
Accanto alla serietà, però, per valutare la personalità di un mercante si deve tener conto della sua sensibilità artistica, quando cioè, sappia riconoscere se un oggetto ha rilevanza estetica nell’insieme di opere ad esso affini: in qualsiasi campo scelga la sua ”mercanzia”, dal cartellone pubblicitario all’incisione del rinascimento, è la raffinatezza del suo gusto a determinarne la validità della professione.
F.C.