Pentimento d’artista o correzione non è altro che il mutamento che l’artista apporta in corso d’opera, in qualche parte già eseguita dell’opera stessa; può essere scoperto per il riaffiorare, col passar del tempo e soprattutto nelle pitture antiche, dagli strati più profondi e spesso iniziali del colore. Le perplessità e le correzioni rimangono inevitabilmente sulle tele come firme e garanzie di originalità del dipinto. Una copia non può per le stesse ragioni avere ripensamenti, semplicemente perché l’idea è stata già “prodotta”.

 

È indubbiamente il risultato di un processo creativo, è il pensiero dell’artista che si evolve, che matura, che prova; è in definitiva un’elaborazione tecnica che si discosta dal concetto idealistico iniziale. Spesso il pentimento è anche l’ancora di salvezza di un errore di calcolo di prospettiva o di inserimento architettonico sbagliato nell’impianto pittorico stesso.

Pentimento d’artista Jan-van-Eyck

Jan-van-Eyck

Grazie sempre ai pentimenti, si riesce a dare anche una cronologia pittorica qual ora vi siano più copie di uno stesso soggetto eseguite dallo stesso pittore (vedi San Francesco di Caravaggio), perché è evidente che in una fase iniziale, l’idea potrebbe essere cambiata, come abbiamo detto, e nelle copie successive ovviamente non vi potrà più essere ripensamento. Questo non trascurabile particolare è fondamentale per gli storici dell’arte per poter datare con più precisione la successione esecutiva delle opere.

Ad un occhio ben allenato, il “pentimento” è visibile sulle tele anche a prima vista ma spesso viene catturato con speciali tecniche non invasive usando i Raggi X.
Molti pentimenti vennero eseguiti anche su affreschi utilizzando una tecnica differente dalla pittura ad olio, per il fatto che la pittura viene eseguita su intonaco “a fresco” ovvero bagnato, così che il pigmento, durante l’asciugatura, viene inglobato nel muro. Il pentimento viene corretto “a secco” quindi facilmente rimovibile. Molti pentimenti di affreschi, come nella ben nota Cappella Sistina, vennero alla luce durante la pulizia ed il restauro dell’opera di Michelangelo.

Molti, anzi diremmo quasi tutti gli artisti di gran nome e no, hanno spesso rivelato correzione fondamentali.
I più noti:

Il ritratto Arnolfini di Jan van Eyck, National Gallery, Londra 1434, vi sono ripensamenti sui volti e le altezze dei personaggi ripresi.

 

Salvator_mundi_(Antonello_da_Messina)

Salvator_mundi_(Antonello_da_Messina)

Il Salvator mundi di Antonello da Messina, in cui si vede un evidente pentimento sulla scollatura del Cristo, Michelangelo Buonarroti come abbiamo detto, Caravaggio, Botticelli e moltissimi altri.

 

Nella collezione di Telearte, un esempio di “pentimento” è visibile nel dipinto di Van Dyck ”Venere e Amore”, dove nell’esecuzione del corpo della Venere la posizione dei piedi viene cambiata rispetto all’idea iniziale, in virtù di uno studio prospettico sicuramente più efficace e di una grazia più armoniosa d’insieme.
Questo ne determina uno studio da parte dell’autore, che sicuramente non sarebbe emerso nel caso si fosse trattato di una copia.

F.C.

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Antoon van Dyck ‘Venere e Amore’

Antoon van Dyck ‘Venere e Amore’

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